Nato a Damasco da genitori cristiani, Andrea era muto dalla nascita fino all’età di sette anni, quando, secondo i suoi agiografi, fu miracolosamente guarito dopo aver ricevuto la Comunione. Iniziò la sua carriera ecclesiastica a quattordici anni nella Lavra di San Saba, vicino a Gerusalemme, dove rapidamente guadagnò la stima dei suoi superiori.
Teodoro, il vicario del Patriarcato di Gerusalemme lo fece suo arcidiacono, e lo mandò nella capitale imperiale di Costantinopoli come suo rappresentante ufficiale del sesto concilio ecumenico (680-681), che era stato convocato dall’imperatore Costantino Pogonato, per contrastare l’eresia del monotelismo.Poco dopo che il Concilio era stato convocato a Costantinopoli, da Gerusalemme Andrea fu nominato arcidiacono alla Grande Chiesa di Santa Sofia. In seguito (circa 700), Andrea fu nominato alla sede metropolitana di Gortyna, nell’isola di Creta. Anche se fu un avversario dell’eresia del monotelismo, partecipò comunque al conciliabulum del 712, in cui i decreti del Concilio Ecumenico furono aboliti per iniziativa del basileus Filippico Bardane. Ma l’anno successivo si pentì e tornò all’ortodossia. In seguito, egli si occupò di predicazione e compose inni. Come predicatore, i suoi discorsi sono noti per la loro fraseologia dignitosa e armoniosa, per il quale è considerato uno dei più importanti oratori ecclesiastici di epoca bizantina. Gli storici della Chiesa non sono dello stesso parere per quanto riguarda la data della sua morte (712, 726 o 740). Quello che si sa è che è morto sull’isola di Mitilene, mentre tornava a Creta da Costantinopoli, dove era stato per affari della Chiesa. La sua biografia fu scritta da Niceta, un notabile funzionario, durante il regno di Costantino V (741-775)[1][2]. Oggi Andrea di Creta è principalmente conosciuto come un innografo. A lui si deve l’invenzione (o almeno l’introduzione nel servizio liturgico ortodosso) del canone, una nuova forma di innodia.In precedenza, la parte del Mattutino era inserita tra i versetti delle Scritture. Andrea ha ampliato questi ritornelli in odi poetiche pienamente sviluppate, ognuna delle quali inizia con il tema (Irmos) del cantico scritturale, ma passa poi a illustrare il tema della festa che si celebra quel giorno (il Signore, la Vergine, un santo, i defunti, ecc.) Il suo capolavoro, il Grande Canone (noto anche come il Canone del Pentimento o il Grande Canone di Pentimento), è il canone più lungo mai composto (250 strofe). È scritto principalmente in prima persona, e attraversa cronologicamente l’Antico Testamento e il Nuovo mediante esempi (sia negativi che positivi). Esso è diviso in quattro parti (chiamati metimonie) che sono cantati nella loro interezza al Mattutino il Giovedì della quinta settimana di Quaresima. Ventiquattro canoni sono stati scritti da sant’Andrea di Creta, tra i quali: i canoni per la Resurrezione di Lazzaro (cantato a Compieta il Sabato, cioè, Venerdì sera, prima della Domenica delle Palme), per la Concezione di sant’Anna (9 dicembre), per i martiri Maccabei (1º agosto), per sant’Ignazio di Antiochia (2 dicembre).