Figlio di Ivan, Gran Principe di Vladimir e Mosca, Dimitri nacquel nel 1350. Educato in uno spirito di grande religiosità, il giovane principe passava gran parte del suo tempo nella preghiera e nella visita a luoghi santi.
Sotto la direzione spirituale del Metropolita Alessio che alla morte del suo padre (1359) aveva assunto la reggenza, egli imparò a compiere i doveri del suo stato in conformità ai principii evangelici, e a ricercare in tutte le cose, la gloria di Dio. La lunga e implacabile dominazione tartara aveva ridotto la Russia in uno stato deplorevole e tutto era da ricostruire, particolarmente nel campo spirituale e morale. La Divina Provvidenza affidò al Principe Dimitri questo compito di rinnovamento del Regno e della Chiesa. per preparare l’emancipazione definitiva dal giogo mongolo. In quello stesso tempo S.Sergio di Radonez e i suoi discepoli offrivano al popolo la vita monastica come modello della perfezione cristiana.. E’ sotto la direzione dei Santi Alessio, Sergio e Teodoro, arcivescovo di Rostov, e grazie all’influenza benefica della sua pia sposa Evdokia, che il Grande Principe, intraprese il compito di unificare i principati russi e di assicurare l’indipendenza della Chiesa. Dopo aver vinto il principe di Suzdal e i suoi alleati (i360) dovette affrontare anche i nemici stranieri, Tartari e Lituani e le rivalità dei Principi di Riazan e di Tver. Egli ottenne la loro sottomissione nel 1375, ma non approfittò di questa vittoria per saccheggiare e occupare le loro città. Lo scopo della sua politica era quello di unificare uno Stato diviso, mediante la sottomissione dei vari principati al Gran Principe di Mosca, secondo il modello dell’amore reciproco delle Persone della S.Trinità. Visitando frequentemente il monastero di S.Sergio, egli ne fece il suo collaboratore nell’opera di rinascita spirituale, e fondò numerosi monasteri, alla direzione dei quali mise i discepoli di S.Sergio. In quel tempo il giogo tartaro si era allentato sulla Russia a causa delle difficoltà interne all’Orda d’Oro, questo aveva suscitato qualche speranza nel popolo sottomesso. Ma mancava ancora uno spirito di coesione e di organizzazione. Questo compito venne assunto dal Gran Principe Dimitri a partire dal 1370. Nel 1378, una grande armata tartara, stava per giungere fino a Mosca, cominciando a invadere il principato di Riazan. Il Principe Dimitri e il suo esercito andò loro incontro e ottenne una prima vittoria. Nel 1380 il Khan, con un’immensa armata fornita dai suoi alleati entrò in Russia con un esercito di 400.000 uomini. Pensando questo il momento decisivo, preparato fin dalla sua infanzia a confidare nella Divina Porvvidenza, raccogliendo i frutti della sua paziente politica di di unificazione, il Principe Dimitri, radunò una grande armata nei dintorni di Mosca, sotto il motto: “Dio è il nostro rifugio e la nostra forza!”. Dopo la festa della Dormizione, egli si recò al monastero della Trinità e S.Sergio gli diede la benedizione per combattere i pagani predicendogli la vittoria. Alla vigilia della Natività della Deìpara, le truppe al comando del Gran Principe, quale novello Costantino, mettendo la S.Croce come stendardo, attraversarono il Don e giunsero nella piana di Kulikovo. Il momento della battaglia era giunto, S.Dimitri parlò alle truppe dicendo: “Miei cari fratelli, combattiamo per Dio, per le sante Chiese, per la fede cristiana. Se dobbiamo morire, questa morte non sarà una morte ma una vita eterna. Non pensate a nulla di terreno, miei fratelli. Non abbandoniamo il combattimento e allora saremo incoronati vittoriosamente dal Cristo nosto Dio e Salvatore delle nostre anime!”. Fu un novizio del monastero di S.Sergio a lanciarsi per primo nel combattimento e a morire per primo. La battaglia fu terribile, la più grande che la terra russa abbia mai conosciuto. Gli uomini non morivano solo nella mschia ma anche schiacciati dalla massa dei soldati che affollavano la pianura troppo stretta. Durante questo tempo S.Sergio vedeva in spirito il combattimento e recitava i nomi delle vittime, perchè si celebrasse la panikida in loro memoria. Finalmente l’armata russa riportò una straordinaria vittoria, che costituì la tappa decisiva per la liberazione dal giogo tartaro e per la creazione dello Stato Russo. La battaglia di Kulikovo è diventata il simbolo del livello spirituale e nazionale del popolo russo e della vittoria della luce di Cristo sulle tenebre del paganesimo. Ritornato a Mosca, guarito dalle sue ferite, il Gran Principe Dimitri dovette ancora combattere. Nel 1382 un’armata tartara invase Mosca e il principe dovette fuggire a Kostroma. Ma , malgrado l’occupazione i Tartari non riuscirono a mantenere la loro posizione e il movimento di emancipazione seguì il suo corso. Debilitato dalla malattia, egli trasmise il potere sovrano nelle mani del suo figlio Vassili. Dopo aver preso i Sacramenti da S.Sergio egli rimise la anima a Dio il 19 maggio 1389, all’età di 40 anni.