La Chiesa di Cristo celebra il I° di settembre l’Indizione che, secondo i Romani significa “limite”, cioè l’inizio dell’anno ecclesiastico. Questo termine viene dall’uso che avevano gli imperatori romani, di imporre in questo giorno ai cittadini una tassa per il mantenimento dell’esercito.L’importo di questa tassa era fissata ogni 15 anni. Per questo viene chiamato “indizione” il ciclo di 15 anni che iniziò sotto Cesare Augusto, tre anni prima della nascita di Cristo. Siccome nel mese di settembre vengono raccolti nei silos i frutti della terra per preparare il terreno a un nuovo ciclo della vegetazione, è parso bene festeggiare l’inizio del ciclo agricolo rendendo grazie a Dio per la sua benevolenza verso la Creazione. Cosa che facevano già i Giudei sottol’Antica Alleanza. Il primo giorno del settimo mese, corrispondente al mese di settembre, celebravano la Festa delle Trombe, cessando ogni lavoro per dedicarsi solamente all’offerta dei sacrifici ” di gradevole profumo” e alla lode di Dio. (v. Lev. 23,24-25). Il Cristo, Figlio e Verbo di Dio, Creatore del tempo e dello spazio, il Re pre-eterno prima di tutti i secoli, che si è incarnato per condurre ogni cosa all’unità e riconciliare tutti gli uomini, giudei e pagani, in una sola Chiesa, ha voluto riunire Lui stesso le cose sottomesse alla legge della natura, e che aveva promulgato attraverso la Legge scritta. Perciò in questo giorno in cui la natura si prepara a svolgere il nuovo ciclo delle stagioni, noi ricordiamo l’episodio in cui il Signore Gesù Cristo nella Sinagoga di Nazareth venne chiamato al pulpito e lesse il passo del libro del Profeta Isaia ” Lo Spirito del Signore è su di me, perché mi ha unto. Egli mi ha inviato per portare la Buona Novella ai poveri, per proclamare un anno di grazia del Signore”. (Lc. 4;18). Così tutte le Chiese riunite all’unanimità rivolgono oggi una medesima lode a Dio. Uno nella Sua natura, Triplice nelle Sue Persone dimora in permanenza nella beatitudine, tiene ogni cosa nell’esistenza e riversa in ogni tempo ogni benedizione alle Sue creature. E’ il Cristo stesso che ci apre le porte di questo Nuovo Anno e ci chiama a seguirlo per partecipare alla sua eternità.
(trad. da “Le Sinaxaire” ed. “Tò perivolì tìs Panaghìas” Salonicco 1987)