S.Stefano di Deciani

Personaggio di spicco quanto al dolore, per le sofferenze inflittegli sia dal proprio padre che dal figlio. Nato intorno al 1275 dall’unione di Stefano II Uros Milutin con la figlia, il cui nome è ignoto, di Giovanni I Angelo, despota di Tessaglia, quando il matrimonio dei genitori venne annullato per permettere quello di Stefano II con la figlia dell’imperatore Andronico II, di appena sei anni, Stefano perdette il diritto alla successione.

Relegato nella regione di Zeta (Montenegro), in un anno imprecisato si sollevò contro il padre. Gli opposti eserciti si sorvegliarono reciprocamente per qualche tempo, poi decisero di rimettere il conflitto alle trattative. Stefano cadde nel tranello e si recò incontro al padre, il quale lo fece arrestare e ordinò che venisse accecato, quindi lo inviò a Costantinopoli come ostaggio del proprio suocero Andronico II.
Si dice che Stefano, appena privato della vista, mentre pregava, ebbe la visione di san Nicola di Mira che, mostrandogli gli occhi esorbitati, gli avrebbe detto: “Stefano, non avere paura. Ecco i tuoi occhi sul palmo della mia mano. A suo tempo te li restituirò”. Durante il soggiorno a Costantinopoli, Stefano venne trattenuto nel monastero del Pantocrator, ove superò tutti per saggezza e pietà.Cinque anni più tardi, in una nuova visione, san Nicola gli disse: “Sono venuto per adempiere la promessa” e, facendo su di lui il segno della croce, gli restituì la vista. Così, quando Milutin morì, nel 1321, Stefano si presentò a corte, mostrandosi miracolosamente guarito e rivendicando i propri diritti. Dapprima propose al fratellastro Costantino, nominato erede al trono dal defunto re, di condividere il potere, ma, quando questi si rifiutò, Stefano aprì le ostilità ed ebbe la meglio, anche perché al suo fianco si schierò la gerarchia ortodossa. Il giorno dell’Epifania del 1322, l’arcivescovo Nicodemo gli pose sul capo la corona reale. Venne altresì incoronato il figlio Dusan, il futuro zar Stefano Dusan (1331-1355) con il titolo di “giovane re”. In ringraziamento per questi felici eventi, Stefano fondò il monastero di Decani, uno dei monumenti religiosi più importanti della Serbia. Di qui avrebbe avuto anche origine il titolo di “Decanski”, con il quale sarebbe entrato nell’agiografia.
Alla morte della regina Teodora, sposò in seconde nozze una cugina della matrigna Simonide, Maria Paleologa, appena dodicenne (1324). Così si trovò coinvolto nelle lotte intestine dei bizantini. Nel 1329 dovette confrontarsi con un’alleanza bulgaro-bizantina, ottenendo quindi una storica vittoria a Velebuzd nel 1330, ed affermandosi come la maggiore potenza balcanica in quel periodo di pericolose minacce tanto da parte dei latini quanto dei tartari.
A quel punto nacque un conflitto con il “giovane re” Dusan, a causa del sospetto che il “vecchio re” potesse cedere alle insistenze della seconda moglie e che il figlio minorenne Simeone venisse dichiarato erede al trono. Spinto da un’assemblea di nobili, Dusan marciò contro il padre, asserragliato nel palazzo-fortezza di Nerodimlje, e riuscì a catturarlo. Imprigionato nella città di Zvecan, nel Kosovo, l’11 novembre 1331 Stefano morì in circostanze non ben chiarite. La tradizione lo vuole affogato per ordine del figlio. Da qui la sua fama di martire. Nelle Chiese Orientali è commemorato l’11 novembre, mentre il 29 giugno si ricorda la traslazione delle reliquie.

Autore: Giorgio Eldarov

 

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