Massimo il Greco, oppure Maksim il Greco o Maksim Grek, nato come Mikhail Trivolis (Arta, 1480 – Monastero della Trinità di San Sergio, 21 gennaio 1556), è stato un umanista, linguista e religioso greco. Massimo il Greco fu un importante personaggio del movimento religioso-culturale del XVI secolo, che si distinse per la traduzione delle Sacre Scritture e della letteratura filosofico–teologica in lingua russa, contribuendo a diffondere la cultura bizantina in tutta la Russia.[1]
Massimo il Greco fu un importante personaggio del movimento religioso-culturale del XVI secolo, che si distinse per la traduzione delle Sacre Scritture e della letteratura filosofico–teologica in lingua russa, contribuendo a diffondere la cultura bizantina in tutta la Russia.[1]
Massimo il Greco, discendente da una famiglia benestante, era figlio di un ricco dignitario greco di Arta;[2] studiò e si formò a Parigi, Padova, Bologna, Venezia, Firenze, sotto la guida di Andrea Giovanni Lascaris e Marsilio Ficino.[3]
In Italia strinse amicizia con i principali studiosi e umanisti, come Aldo Manuzio, e seguì le prediche del riformatore Girolamo Savonarola,[4] evidenziando interesse per l’umanesimo e per la Chiesa cattolica, ma trasferitosi nel monastero di Vatopedi sul Monte Athos,[4] aderì alla Chiesa ortodossa.[3]
Quando la Chiesa ortodossa russa e il Gran Duca di tutte le Russie Basilio III chiesero al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli un esperto per revisionare i testi sacri russi[4] e per partecipare alle discussioni riguardanti le eresie, Massimo il Greco fu scelto per il compito,[1][2] abbandonando il Monte Athos nel 1516 per arrivare a Mosca agli inizi del 1518.[5]
A Mosca, con la collaborazione dei segretari russi tradusse testi greci canonici, liturgici e teologici in russo ispirando il movimento culturale slavo e gettando le basi per la successiva teologia russa.[1]
Daniele, il nuovo metropolita di Mosca, chiese a Massimo il Greco di tradurre la Storia della Chiesa di Teodoreto di Cirro, ma Massimo il Greco si rifiutò di farla, sottolineando che erano incluse lettere dell’eretico Ario e questo fatto non era positivo per i semi-letterati.[2] Il suo rifiuto provocò una frattura tra Massimo il Greco e il metropolita.[2]
Massimo il Greco nelle sue opere affermò con spirito polemico che la Chiesa dovrebbe praticare la povertà e sospendere lo sfruttamento feudale dei contadini.[1]
Inoltre Massimo il Greco dimostrò grande zelo nell’impegnarsi per il miglioramento morale del popolo russo attraverso i suoi scritti e sermoni, combattendo le superstizioni diffuse tra il popolo in quell’epoca.[5]
Il fervore con il quale eseguì il suo compito lo mise in difficoltà, perché i dibattiti religiosi avevano anche una valenza politica e in un sermone, fondamentalmente allegorico, criticò la situazione contemporanea accusando «le mancanze dei sovrani e dei governi degli ultimi tempi»,[3]con qualche riferimento alle intenzioni di Basilio III di divorziare dalla moglie, a causa della sua infertilità.[2][5][4]
Questo fatto suscitò la contrarietà del Gran Duca di tutte le Russie Basilio III e anche delle autorità ecclesiastiche, a causa di qualche traduzione sospettata di non essere rispettosa della tradizione,[3][5] quindi nel 1525 Massimo il Greco fu arrestato da Daniele, metropolita di Mosca e condannato nel 1531 a venti anni di reclusione nel monastero di Volokolamsk, vicino a Mosca.[1][2][5][4]
Durante la detenzione, Massimo il Greco continuò a lavorare alle opere teologiche e quando fu liberato, nel 1551, il suo prestigio era grande.[1][5]
Lo zar Ivan il Terribile gli rese gli onori pubblicamente, però le opinioni politiche di Massimo il Greco vennero censurate.[1][5]
Durante gli ultimi cinque anni della sua vita, Massimo il Greco si ritirò nel monastero della Trinità di San Sergio, nella città di Sergiev Posad, situato a 71 km a nordest di Mosca, dove fu sepolto e nei secoli venerato come santo.[1][2][5]
Opere principali
- Sochinenīiia prepodobnago Maksima Greka v russkom perevodiiee;
- Slovo prostrannee izlagajušče, s žalostiju, nestroenija i besčinija carej i vlastej poslednego žitija(Sermone che narra diffusamente, con rammarico, i disordini e le mancanze dei sovrani e dei governi dell’ultimo tempo).
Note
- ^Salta a:a b c d e f g h (EN) Maximus The Greek, su com. URL consultato il 31 dicembre 2018.
- ^Salta a:a b c d e f g (EN) Venerable Maximus the Greek, su org. URL consultato il 31 dicembre 2018.
- ^Salta a:a b c d le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 186.
- ^Salta a:a b c d e Massimo il Greco, in it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 dicembre 2018.
- ^Salta a:a b c d e f g h (EN) Saint Maximus the Greek, su com. URL consultato il 31 dicembre 2018.
Da Wikipedia