Rosa che non appassisce (Ρόδον το αμάραντον)
La tipologia dell’icona appartiene al modello dell’Odighitria, con la variante caratteristica che prevede un fiore od un tralcio fiorito in mano alla Madre, mentre il Bambino è vestito con abiti regali e reca nelle mani i simboli del potere sovrano: lo scettro e il globo. Sia la S.Madre sia il divino Bambino recano sul capo corone preziose.
Fiori variopinti circondano come una ghirlanda preziosa e profumata dalla virtù della purezza, sono fiori che non appassiscono o marciscono, sono i fiori del Paradiso. E’ ispirata alla strofa ripresa dall’Inno Akatisto e ripresa anche nel Canone di S.Giuseppe l’Innografo: “Gioisci, o sola che sei sbocciata come rosa che non appassisce; gioisci, tu che hai generato il melo odoroso, o profumato mazzo floreale del Re di tutti; gioisci, ignara di nozze, salvezza del mondo”.
Diffusione dell’Icona
Come soggetto iconografico mariano non è molto antico e la sua diffusione, per la venerazione dei fedeli, parte dalla Siria e si estende dal XV° secolo in poi nei Paesi ortodossi del bacino del Mediterraneo. Esempi si trovano in Grecia, Monte Athos, Cipro, Creta, nei Balcani, e anche in Italia a Venezia, Ravenna, Calabria. In Russia compare a partire dal XVIII° sec. e di diffonde rapidamente nella devozione popolare. Famosa e molto venerata l’icona dipinta nel XVIII ° sec. per la Cattedrale del Cristo Salvatore del Monastero di S.Alessio a Mosca. Inoltre a questa icona sono dedicate chiese nella Russia centrale e meridionale.