Il S.Martire Teodoto visse ad Ancira nella Galatia nel 3° sec.
S.Vincenzo di Lerins visse nella Gallia meridionale nel monastero dell’isola di Lerins di fronte all’attuale Cannes nel V° secolo.
Talaleo era originario di una famiglia cristiana della Fenicia nel Libano.
Suo padre era Vescovo della regione, Educato nel timore di Dio e nell’amore della virtù e pieno di tenera compassione per le persone sofferenti, aveva imparato l’arte medica e, fin dalla giovinezza, la esercitava gratuitamente verso i malati di qualsiasi condizione economica. Andava anche a prendere gli infermi e a portarli nella sua casa paterna trasformata in un ospedale, dove si prendeva cura di loro con amore. Egli non faceva nessuna differenza tra cristiani e pagani, e non domandava altra ricompensa se non quella di credere in Gesù Cristo, il vero Medico delle anime e dei corpi. Sotto il regno di Numeriano (283-284) all’età di 18 anni ricevette dal Signore la stessa grazia che aveva dato ai suoi Apostoli. Talaleo andava per città e villaggi proclamando l’Evangelo del Regno, guarendo gli ammalati, purificando i lebbrosi, cacciando i demoni con la forza della Vivificante Croce. Giunto alla città di Egea, sul litorale, convertì un gran numero di pagani. In seguito a una denuncia venne arrestato dai soldati mentre era nascosto nel cavo di un albero di ulivo, e venne condotto ad Egea. Portato davanti al tribunale del governatore Teodoro, il Santo rispose con audacia alle domande del giudice e questi ordinò di perforare le sue caviglie e , con una corda sospenderlo a testa in giù. Ma i soldati accecati da una divina potenza, forarono un legno e lo sospesero con una corda. Furioso e credendo che si burlassero di lui, il governatore ordinò che i soldati venissero flagellati insieme a Talaleo.Ma il Santo rimaneva insensibile alle sofferenze perchè il suo amore per Dio era superiore ai tormenti del suo corpo. Cambiando tattica il Magistrato gli domandò se guariva i malati mediante l’arte della magia o per la potenza degli dei. Prendendo come testimoni coloro che erano stati da lui guariti, Talaleo rispose che il solo Nome di Cristo e la potenza della SS.Croce potevano guarire tutte le malattie, perchè il Figlio di Dio per compassione verso la nostra fragile natura, è venuto tra noi e si è fatto uomo per liberarci dalla morte e dalla corruzione, e, nel momento della Sua ascesa al cielo, Egli ha trasmesso questa grazia ai Suoi Apostoli e ai loro successori. Constatando che il popolo ascoltava con piacere le parole del Santo, Teodoro si precipitò su di lui con furore, ma le sue braccia furono subito paralizzate. Lungi dall’essere spaventato da questo castigo, egli ordinò di sottoporre Talaleo a terribili torture. Confortato dal Cristo presente spiritualmente presso di lui, il Santo affrontò con gioia gli uncini di ferro e le fiamme, gridando che preferiva morire, conservando intatta la sua fede, piuttosto che rimanere in una vita fragile, a prezzo dell’ apostasìa, ritenendo suo dovere sacrificare la sua vita per Colui che ha offerto la Sua per la nostra salvezza. Alla fine il Santo venne messo in una barca e mandato in mare aperto, ma allorché Talaleo elevò la sua preghiera il mare si calmò e la barca venne trasportata sulla riva. Ripreso dai soldati, fu ricondotto ad Egea e trascinato davant al tribunale, davanti al quale si era radunata una grande folla. I medici della città, gelosi del suo successo, spinsero il Governatore a mettere fine alla sua vita. Questi ordinò si inchiodare Talaleo a una panca, di versare sul suo corpo pece bollente e di metterlo sul rogo. Ma Talaleo proclamò che tutte le torture erano per lui una gioia e un titolo di gloria. Fu allora gettato ai leoni, ma le belve vennero verso di lui agitando la coda con gioia, Alla fine Talaleo fu decapitato. E questa fine gloriosa venne data anche al soldato Alessandro e al boscaiolo Asterio, convertiti da Talaleo durante il primo interrogatorio del Santo. Oltre a loro subirono il martirio Sterona, Filegrio, Timoteo, Teodula, Macaria e altri si converirono e testimoniarono la loro fede.
Figlio di Ivan, Gran Principe di Vladimir e Mosca, Dimitri nacquel nel 1350. Educato in uno spirito di grande religiosità, il giovane principe passava gran parte del suo tempo nella preghiera e nella visita a luoghi santi.