Il Venerabile Padre Alipios, l’iconografo, delle Grotte di Kiev

Sotto il regno del principe Vsevolod Jaroslavic di Kiev, da Costantinopoli vennero alla Lavra delle Grotte a Kiev alcuni iconografi diretti da S.Nikon, per dipingere la chiesa.

E in quel tempo che S.Alipios venne consacrato a Dio dai suoi genitori, che lo affidarono a quei pii iconogafi, per farlo istruire in quest’arte. Un giorno mentre stavano lavorando ad adornare il Santuario, l’Icona della Madre di Dio si mise a brillare come il sole, e, da essa, una colomba venne a posarsi sull’Icona del Salvatore. Fu così che il giovane allievo comprese che lo Spirito  Santo dimorava veramente in questa Lavra. Terminati i lavori egli ricevette il S.Abito Angelico e  fece grandi progressi non solo nell’arte della pittura ma anche nelle virtù. Sforzandosi d’imitare i Santi nella sua vita, diventò capace di rappresentarli convenientemente in immagini.Egli faceva liberamente la scelta dei soggetti che doveva dipingere, e sempre lavorando, non conosceva mai riposo, perchè dopo aver lavorato tutto il giorno, egli passava le sue notti in preghiera compiendo numerose prostrazioni. Quando gli capitava di accettare il compenso per i suoi lavori soleva ripatìrlo in tre parti: una per i materiali necessari alla pittura, una per i poveri e laltra per i bisogni del monastero. L’Igùmeno, constatando che la grazia di Dio aveva realmente dipinto l’immagine del Salvatore nell’anima di Alipios, decise di elevarlo al sacerdozio. Un ricco cittadino di Kiev, che era afflitto da una crudele malattia della pelle, non avendo trovato la guarigione da medici e ciarlatani, decise, su consiglio di un amico,di ricorrere ai Padri della Lavra. Ma siccome era ancora pieno di dubbio e incredulità,lavandosi il viso con l’acqua del pozzo di S.Teodosio, le sue piaghe s’infiammarorono emettendo un cattivo odore. Il pover’uomo ritornò a casa lamentandosi e da allora non osò più uscire di casa. Tuttavia si pentì della sua mancanza di fede e decise di andare a confessare i suoi peccati da S.Alipios. Il Santo lo esortò al pentimento il solo che può ridare la salvezza e, presa un’icona,la mise sulle sue piaghe, poi lo fece comunicare ai SS.Misteri, Poi gli comandò dilavarsi il viso con l’acqua che era servita per le abluzioni dei Preti durante la Liturga. Avendo fatto tutto questo con fiducia, egli fu completamente guarito.Siccome i presenti si meravigliavano, il Santo disse loro che quest’uomo aveva potuto ottenere la guarigione attraverso il suo pentimento, purificando la sua anima e inseieme il suo corpo. Un pio uomo di Kiev aveva fatto costruire una chiesa  che voleva ornare con sette grandi icone, e per far fare questo lavoro aveva dato a due monaci della Lavra del denaro e delle tavole, chiedendo di trasmettere l’ordine a padre Alipios.Ma questi monaci accecati dal desiderio di arricchirsi,conservarono  per loro il denaro e non dissero nulla  ad Alipios. Dopo qualche tempo l’uomo chiese a che punto erano i lavori, e questi risposero che Alipios era all’opera, ma  chiedeva ancora del denaro. Poichè gli empi avevano rnnovato la loro richiesta per la terza volta, l’uomo chiese di vedere le icone. Essi risposero che Alipios aveva preso il denaro ma che si rifiutava di dipingere le icone richieste.Allora quest’uomo inviò i suoi servi da S.Nikon per protestare in suo nome. L’Igùmeno convocò Alipios e gli rimproverò la sua condotta disonesta,  mentre spesso faceva le sue opere senza richiedere un compenso. Siccome Alipios rispose che non comprendeva il senso di questo rimprovero, S.Nikon inviò dei monaci a cercare le tavole che erano state abbandonate in un deposito. Ma invece di tavole polverose essi scoprirono sette magnifiche icone, dipine di fresco che suscitarono l’ammirazione di tutti coloro che le videro. Poco dopo arrivarono i due monaci e cominciarono ad accusare il Santo d’aver preso il danaro senza dipingere le icone. L’Igùmeno fece allora portare le icone “non dipinte da mano d’uomo”, che testimoniarono dell’innocenza del santo. I due malvagi, rifiutando di riconoscere la loro colpa, andarono in città a spargere calunnie contro il Santo. Ma come il bagliore del lampo  illumina una montagna, così la virtù del Santo non poté rimanere nascosta. Qualche tempo dopo la chiesa per la quale erano state commissionate le sette icone, fu arsa da un incendio ma le sette icone vennero ritrovate intatte. Questo fatto venne riferito al Principe Vladimiro Monomaco, che giunse sul posto e constatò questo miracolo. Il Principe glorificò Dio e prese  l’icona della SS.Madre di Dio per deporla nella chiesa in pietra che egli aveva fatto costruire a Rostov. Un’altra volta un tale commissionò ad Alipios un’icona della Dormizione, raccomandando che venisse completata per la Festa. Ma il Santo cadde malato e apparve chiaramente che stava per morire, senza poter finire il suo lavoro.  Fece dire alla persona che aveva fatto il comando, che avrebbe presentato il suo dispiacere a Dio, e che l’icona sarebba stata pronta per la Festa. Alla vigilia della festa della Dormizione, l’Icona non era ancora pronta, e  quell’uomo cominciò  a fare rimproveri al suo riguardo. Prima della sua   morte apparve  a S.Alipios un Angelo e si mise a dipingere licona, che venne rifinita in tre ore. Poi il celeste iconografo chiese l’approvazione del Santo sulla qualità del suo lavoro e sparì con l’icona. Dopo aver passato la notte in pena e con affanno quell’uomo si recò in chiesa per piangere sui suoi peccati, ma  appena aprì la porta, rimase sconvolto dallo stupore vedendo la meravigliosa icona, risplendente al suo posto, in conformità alle promesse del Santo. Allora convocò con gioia la sua famiglia e tutti con ceri e incenso andarono in chiesa  e si recarono al monastero, per raccontare il miracolo a S.Alipios. Ma quando arrivarono alla Lavra, il Santo si era già addormentato nel Signore. Il suo corpo fu deposto nella grotta d S.Antonio, mentre la sua anima, raggiante della luce divina, si univa alla Corte Celeste.

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