S.Nestore, Vescovo di Magydos in Panfilia, visse al tempo della persecuzione di Decio (ca.251).
Dal momento in cui il Governatore Poplius ebbe ricevuto dall’imperatore l’editto della persecuzione dei Cristiani, egli inviò le truppe in tutta la Provincia, con l’ordine di cercarli e di costrngerli a sacrificare agli dei. Siccome egli conosceva la fama del Vescovo di Magydos, disse ai suoi soldati: “Fintanto che non avremo nelle nostre mani il Vescovo, non potremo fare nulla contro i Cristiani”. Informato per tempo dell’arrivo degli agenti imperiali, S.Nestore ebbe tempo di organizzare la fuga di tutti i fedeli, quanto a lui, restò solo, confidando in Dio, a pregare nella sua casa. All’arrivo dei soldati, egli si presentò davanti a loro, calmo e maestoso, e armandosi del segno della Croce,li seguì senza resistere fino al tribunale. Poichè gli si ingiungeva di sottomettersi agli ordini dell’imperatore, egli rispose:”Io mi sottometto solo ai comandi del Re dei Cieli!”. Né minacce, né torture poterono piegarlo, così fu deferito davanti al Governatore di Pergea. Durante il viaggio successe un terremoto e una voce dal cielo si udì mentre incoraggiava il Santo. A Pergea , fu di nuovo sottoposto a interrogatorio, ma rispose con sicurezza al magistrato: ” Anche se tu tormenterai in ogni modo il mio corpo, finché mi resterà un soffio di vita, non rinnegherò mail il nome del mio Signore Gesù Cristo!”. Sospeso al cavalletto, lo si tormentò con degli uncini di ferro che gli asportarono le costole mentre egli cantava Salmi. Poi siccome confessava: ” Sempre io sono stato, sempre sono e sempre sarò con il mio Cristo!” il Governatore lo condannò a essere crocefisso come il suo Maestro. Sospeso sulla croce, durante molte ore, il Santo Vescovo continuava ad esortare i Cristiani che si erano radunati per assistere ai suoi ultimi istanti, e dopo aver pregato il Signore, di salvaguardarli nell’unità della fede, egli rese la sua anima dicendo : “Amen!”.