Memoria dei 222 Martiri Cinesi di Pekino.
Nel 1900 la Società iniziatica di Arti Marziali denominata “Boxers” sostenuta dall’Imperatrice vedova, conosciuta per la sua xenofobia, iniziò una persecuzione contro i Cristiani, ai quali venivano attribuiti tutti i mali che tormentavano la Cina.
Il 10 giugno , dei proclami furono affissi nelle strade di Pekino, che incitavano i pagani a massacrare i Cristiani, minacciando tutti coloro che li avessero nascosti. La notte seguente, i Boxers, passando con torce accese in ogni quartiere della città, arrestarono nelle loro case tutti i Cristiani ortodossi che poterono trovare, per far loro rinnegare il Cristo. Molti terrorizzati dai supplizi, bruciarono l’incenso davanti agli idoli, per salvare la loro vita, mentre altri invece confessarono coraggiosamente la loro fede e subirono orribili tormenti. Dopo aver incendiato le loro case, venero condotti fuori della città, nei templi pagani dei Boxers, dove vennero sventrati, decapitati o bruciati. Paolo Wan, catechista ortodosso, morì con la preghiera sulle sue labbra. Ja Wen, istitutrice nella Missione Russa, fu torturata a due riprese e confessò gioiosamente il Cristo. Giovanni, un ragazzo di 8 anni, ebbe le braccia tagliate e il petto straziato. Siccome i suoi carnefici gli chiesero se sentiva male, egli rispose sorridendo: “Non è difficile soffrire per il Cristo!” , i Boxers lo decapitarono e bruciarono i suoi resti in un fuoco scoppiettante. Il padre Mitrofane Tsi-Chung, il primo prete cinese, che era stato ordinato da S.Nicola del Giappone e aveva servito instancabilmente la Missione per 15 anni, fu massacrato con la maggior parte dei suoi 70 fedeli, donne e bambini, che si erano rifugiati in casa sua, dopo l’incendio degli edifici della Missione Russa. Quando i Boxers entrarono, li trovarono seduti nel cortile e li crivellarono con colpi di pugnale nel petto. Sua moglie Tatiana, fu decapitata, così come il suo figlio Isaia, di 23 anni. il suo altro figlio di 7 anni, Giovanni, ebbe le dita dei piedi, il naso e le orecchie mozzate dopo il martirio di suo padre, Egli non sentiva alcun dolore e quando i suoi carnefici lo chiamavano “Figlio dei demoni” , egli rispondeva: “Io credo in Dio e non sono un discepolo dei demoni!”. Maria la fidanzata di Isaia, di 19 anni si era recata alla casa di padre Mitrofane, desiderando di morire con la famiglia del suo fidanzato. Quando i Boxers entrarono nella casa, ella aiutò molti a salvarsi scavalcando il muro, poi si mise davanti agli aguzzini accusandoli di assassinare degli innocenti senza processo. Non osando ucciderla, la ferirono alle braccia e le trapassarono i piedi. Poichè la esortavano a fuggire , ella rispose:” Sono nata vicino alla chiesa della SS. Madre di Dio ed è quì che io morrò!” . Quando i Boxers ritornarono la uccisero. Tra questi beati Martiri, si trovavano anche dei discendenti degli abitanti di Albazin (Russia) che avevanp portato la luce di Cristo a Pekino nel 1685. Clemente Kui Kin, Matteo Hai Tsuan, suo fratello Vito, Anna Chui, e numerosi altri non temevano “coloro che uccidono i corpi, ma che non potevano uccidere l’anima!” (Mt. 10:28), andarono coraggiosamente incontro alle torture e alla morte, pregando il Signore di illuminare i loro persecutori e di perdonare i loro peccati . Delle mille anime che componevano la Missione Russa di Pekino, ne vennero perse 300, delle quali 222 ricevettero la corona immortale del martirio.