S.Monaco Sansone l’ospitale

 

Il monaco Sansone l’Ospitale è un esempio di vera misericordia cristiana, un amore vivo e attivo per le persone, che arriva fino al completo sacrificio di sé.

 Sansone nacque a Roma da una famiglia ricca e illustre. Ha ricevuto una buona educazione, ha studiato particolarmente a fondo l’arte della medicina e l’ha usata per curare gratuitamente, soprattutto i poveri e i poveri. Comprendendo che le azioni filantropiche possono essere compiute solo con un’educazione cristiana dell’anima, il reverendo Samsone ha letto diligentemente le Sacre Scritture e ha pregato molto.

Dopo la morte dei suoi genitori, Sansone cedette tutti i beni che gli erano stati lasciati per eredità, adempiendo in pratica il consiglio di perfezione dato dal Salvatore al giovane ricco (Matteo 19:21). Il monaco scelse uno stile di vita ascetico, liberò tutti gli schiavi alla libertà e, desiderando acquisire per sé un tesoro spirituale, andò nel deserto con l’intenzione di condurre la rigorosa vita di un asceta. Per Divina Provvidenza, San Sansone giunse a Costantinopoli. Qui si stabilì in una piccola casa e iniziò a ricevere viandanti, malati, poveri e li servì con zelo. Il monaco trattava le persone con amore, compiva opere di misericordia, e questo divenne per lui un profondo bisogno. Il Signore ha glorificato il suo santo. Accadde così che l’imperatore bizantino Giustiniano I (527-565) si ammalò gravemente. Non avendo ricevuto sollievo dall’aiuto dei più abili medici di corte, l’imperatore iniziò a pregare Dio con fervore. Presto Giustiniano vide in sogno un uomo di cui gli era stato detto che avrebbe potuto guarire l’imperatore. Alla ricerca di questo medico, i servi dell’imperatore fecero il giro di tutta Costantinopoli e, infine, il monaco Sansone fu trovato e portato a palazzo. Con un tocco della mano sul punto dolente, il santo guarì Giustiniano. L’imperatore riconoscente iniziò a offrirgli molto oro e argento. Ma il monaco rifiutò i doni, e in cambio chiese all’imperatore di costruire un ospizio e un ospedale. L’imperatore acconsentì volentieri a questa richiesta e assegnò persino dei possedimenti a queste istituzioni per il loro mantenimento. Rev. Sansone ha continuato il suo ministero fino a tarda età. La sua morte (c. 530) fu indolore e serena, il corpo del santo fu sepolto in una chiesa intitolata allo ieromartire Mocio (+ c. 295). c

Il Signore ha glorificato il suo santo dopo la morte con il dono dei miracoli. Una volta, quando ci fu un forte incendio a Costantinopoli, la fiamma raggiunse l’ospizio di San Sansone Tuttavia, l’edificio è rimasto intatto, poiché attraverso le preghiere del monaco ha improvvisamente iniziato a piovere a dirotto. Un certo cortigiano, di nome Teodoreto, inciampò, subì un grave infortunio alla gamba, tanto che non solo non poteva camminare, ma per le gravi sofferenze perse persino il sonno e l’appetito. Il malato iniziò a pregare con fervore il monaco Sansone, e tre giorni dopo ricevette una guarigione miracolosa: il monaco stesso gli apparve, gli toccò la gamba ferita e disse a Teodoreto: “Alzati, perché non sarai più malato”.

Anche dopo la morte il monaco non ha lasciato il suo ospizio. Quando il capo dell’ospizio, un certo Enesio, iniziò a essere negligente nell’esercizio delle sue funzioni, lo stesso monaco Sansone gli apparve e iniziò a rimproverarlo minacciosamente per negligenza. L’ammonizione ebbe effetto, e presto Enesio si corresse.

 

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