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S.Martire Eustazio di Mtskheta in Georgia

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Il S.Martire Eustazio di origine persiana e di religione mazdaista degli adoratori del fuoco si chiamava in origine Epifanio Bgrobandav. Il padre, sacerdore zoroastriano e i suoi fratelli, volevano far di lui un sacerdote di quel culto, ma Epifanio non era portato per quella professione.Sotto il regno del re georgiano Guram Curopalates (575-600) all’età di 30 anni il giovane si trasferì dal paese  persiano di Arbuketi vicino alla città di Ganrakili, all’antica capitale della Georgia Mtskheta. Si mise a fare il calzolaio. Iniziò a frequentare il culto cristiano nella cattedrale , e questo riempiva la sua anima di una gioia ineffabile. L’Arcidiacono Samuel (che diventerà poi il Catholikos Arcivescovo, 582-591) notando la disposizione spirituale del giovane pagano persiano lo iniziò alla fede cristiana. Epifanio accettando la catechesi  iniziò a credere fernamente in Cristo e quando Samuele divento il Catholikos venne battezzato da lui e prese il nome di Eustazio. In seguito prese una moglie cristiana e condusse una vita pia, piena di ogni virtù. I persiani che vivevano a Mitskheta cercarono in tutti i modi di convincere Eustazio di tornare al culto persiano. Non riuscendo nell’intento  portarono Eustazio  a Tbilisi, sede del Satrapo persiano Arvand Gubnabu che governava a nome dello Scià di Persia Hozrova Nushirvana. Insieme a S.Eustazio vennero convocati altri Persiani diventati cristiani: Gubnak, Baghdad, Panaguznas, Perozav, Zarmi, Stefan. Due di loro, Baghdad e Panaguznas, minacciati di morte, rinunziarono alla fede cristiana. Eustazio e gli altri Santi Confessori vennero condannati a sei mesi di prigione. In seguito per l’intercessione della nobiltà georgiana e del Catholikos Samuel IV vennero rilasciati. Il nuovo Satrapo della Georgia Bejan-Buzmil (nominato per tre anni a Tbilisi) in seguito a calunnie ordinò di convocare Eustazio e gli propose di ritornare alla fede mazdaista; S. Eustazio rispose con dignità:”Non si può lascaiare il Creatore di tutto per adorare come dei il sole, la luna, le stelle. è Dio che ha creato il sole per illuminare il giorno, la luna e le stelle per brillare nel buio della notte, e il fuoco non è un dio ma un incendio fatto dall’uomo, solo Dio salva l’uomo” Allora il Satrapo emise l’ordine di morte e S.Eustazio venne decapitato il 29 luglio del 589. Prima di morire il  Santo s’ inginocchiò e pregò chiedendo al Signore che il suo corpo fosse seppellito cristianamente nella città di Mtsklheta. Il Martire udì una voce che diceva:”Sarà come hai richiesto”. Il corpo di S.Eustazio abbandonato in un campo venne preso dai cristiani e portato a Mtskheta e sepolto con grande onore dal Catholikos Samuele vicino al trono patriarcale nella cattedrale Svetittskhoveli. Samuel IV stabilì la memoria del martire il 29 luglio giorno del suo martirio.

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Il Venerabile Padre Paolo del Monastero di Xiropotamou

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Si dice che il nostro Padre Paolo fosse figlio dell’imperatore Michele I° Rangabé (811-813) e dell’ammirabile Procopia, figlia del’imperatore Niceforo I°, e, al Battesimo,  gli fu dato nome Procopio. Quando l’imperatore Michele I° fu deposto, il ragazzo fu ridotto allo stato di eunuco per ordine dell’usurpatore Leone l’Armeno. Fin dalla sua più tenera età si dedicò allo studio delle Sante Scritture e alla composizione di Inni sacri, e acquisì una tale fama per la sua sapienza, tanto da venir soprannominato “console dei filosofi”. Ma egli nutriva segretamente il desiderio di abbandonare i piaceri del mondo, la ricchezza, e la gloria, per seguire la via tracciata dai Santi Padri. Presa finalmente questa decisione, egli cambiò i suoi ricchi vestiti,con quelli di un mendicante e partì in segreto   dalla capitale, per correre, come una cerva asseetata, verso la Santa Montagna dell’Athos. Si fermò presso un monastero chiamato oggi di Xiropotamou, che venne fondato un tempo dall’imperatrice Pulcheria, ma che era stato distrutto dalle incursioni dei Sarceni. Quì si costruì una piccola cella nella quale passava i suoi gioirni e le sue notti nella preghiera continua. Vicino viveva un santo eremita, Cosmas , che gli conferì la tonsura monastica dandogli il nome di Paolo. Egli si buttò allora con un ardore impetuoso, a tutti i combattimenti della virtù: digiunava e pregava come un Angelo incorporeo, il suo letto era la nuda terra, il suo cucino una pietra, e come lavoro manuale egli aveva il dono delle lacrime, l’amore verso tutti, e un’umiltà profonda. Venne conosciuto e ammirato dai Padri dell’Athos. Sicome il suo parente, l’imperatore Romano Lecapeno (920-944), l’aveva fatto cercare dappertutto, venne scoperto  e portato a Costantinopoli per conoscere i suoi famigliari. Il povero monaco, vestito miseramente, venne ricevuto come un Angelo terrestre, dai grandi dignitari e dai principi.  Egli guarì l’imperatore sofferente con la sua preghiera e l’imposizione delle sue mani, e , a richiesta del sovrano, restò qualche tempo nella capitale, per insegnare ai suoi due figli, senza però mutare  il suo modo di vita e la sua regola come faceva nel deserto. Quando Paolo pensò giunto il momento di ritornare alla Santa Monatgna, l’imperatore gli donò dell’oro e gli diede molti operai per ricostruire il monastero fondato da Pulcheria, e qualche tempo dopo, mandò il suo figlio Teofilatto, che era allora Patriarca, per consacrare la chiesa. Alla sua partenza, l’uomo di Dio ricevette dall’imperatore un importante frammento della S.Croce, per essere deposta  nel santuario del monastero. Ben presto numerosi monaci vennero a far parte di questo monastero per praticare le virtù. Padre Paolo, desideroso di condurre una vita esicasta si ritirò sui contrafforti dell’Atos, in uno skit isolato dipendente  dal monastero. Ma anche là vennero discepoli a raggiungerlo. Venne costruito un nuovo monastero, più arretrato dalla costa per difenderlo dalle incursioni dei pirati, dedicandolo a S.Giorgio, ma oggi viene chiamato  S.Paolo dal nome del suo fondatore. Avendo ricevuto da Dio la notizia che la sua morte stava avvicinandosi, S.Paolo riunì i fratelli dei due monasteri, li esortò a seguire il suo esempio e il suo insegnamento, fino allo spargimento del sangue se fosse stato necessario. Poi con gli occhi bagnati dalle lacrime, domandò perdono a tutti, si alzò, e rivestito del suo mandias, ricevette la S.Comunione. Il suo viso divenne allora brillante come il sole, e gli assistenti si buttarono a terra incapaci di sopportare un tale splendore. Dopo aver pronunciato la preghiera di S.ioannikio, come aveva l’abitudine di ripetere: ” La mia speranza è il Padre, il mio rifugio è il Figlio, la mia protzione è lo Spirito Santo, Trinità Santa, gloria a Te!”, stese le mani, gli occhi rivolti al cielo, egli rimise la sua anima a Dio. Il suo corpo, preparato per essere seppellito nella penisola di Sithonia, come d’uso, fu miracolosamente trasferito a Costantinopoli, dove tutto il popolo venne a venerarlo.

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S.Juvenali Patriarca di Gerusalemme

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S. Juvenali tenne in trno patriarcale di Gerusalemme dal 420 al 458. In quell’epoca viisero grandi personalità della Chiesa: S.Eutimio il Grande ( morto nel 473),  S.Simeone lo Stilita ( morto nel 459)S.Gerasimo del Giordano. S.Juvenali era amico di S.Eutimio il Grande. Durante il suo  servizio pastorale, la Chiesa fu agitata da pericolose false dottrine, contro le qual egli ha combattuto per salvare il gregge di Cristo. Nel 421 venne convocato il Concilio di Efeso, 3° Concilio Ecumenico, nel quale venne condannata la dottina nestoriana. che metteva in pericolo la natura divino-umana del Cristo. Al Concilio ,presieduto dal Patriarca di Alessandria Cirillo, aveva come sostenitore proprio il Pariarca Juvenali. Nel 451, nella città di Calcedonia venne riuntito il 4° Concilio Ecumenico per denunciare l’eresia monofisita. S.Juvenali appoggiò fermamente la dottrina della duplice natura divino e umana del Cristo. Ma gli eretici contnuarono a seminare dubbi e discordi tra i Cristiani. Evkokia  la vedova dell’imperatore Teodosio il Giovane cercò di persuadere Juvenali a sconfessare il Concilio di Calcedonia. Avendo opposto resistenza Juvenali venne destituito dall trono patriarcale. Venne nominato al suo posto Anatoli con l’appoggio di Eudssia. Ma dopo 20 mesi, l’imperatore Marciano rimise sul trono Juvenali. Col sostegno di S.Simeone lo Stilita l’eresia venne combattuta e venne pacificato il popolo cristiano. Juvenali morì in pace dopo 38 anni di servizio patriarcale.

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S.Martire Talaleo e i suoi compagni Alessandro e Asterio

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Talaleo era originario di una famiglia cristiana della Fenicia nel Libano.

 

Suo padre era Vescovo della regione, Educato nel timore di Dio  e nell’amore della virtù e pieno di tenera compassione per  le persone sofferenti, aveva imparato l’arte medica e, fin dalla giovinezza, la esercitava gratuitamente verso i malati di qualsiasi condizione economica. Andava anche a prendere gli infermi e a portarli nella sua casa paterna trasformata in un ospedale, dove si prendeva cura di loro con amore.  Egli non faceva nessuna differenza tra cristiani e pagani, e non  domandava altra ricompensa se non quella di credere in Gesù Cristo, il vero Medico delle anime e dei corpi. Sotto il regno di Numeriano (283-284)  all’età di 18 anni ricevette dal Signore la stessa grazia che aveva dato ai suoi Apostoli. Talaleo andava per città e villaggi  proclamando l’Evangelo del Regno, guarendo gli ammalati, purificando i lebbrosi, cacciando i demoni con la forza della Vivificante Croce. Giunto alla città di Egea, sul litorale, convertì un gran numero di pagani. In seguito a una denuncia venne arrestato dai soldati  mentre era nascosto nel cavo di un albero di ulivo, e venne condotto ad Egea. Portato davanti al tribunale del governatore Teodoro, il Santo rispose con audacia alle domande del giudice e questi ordinò di perforare le sue caviglie e , con una corda  sospenderlo a testa in giù.  Ma i soldati accecati da una divina potenza, forarono un legno e lo sospesero con una corda.  Furioso e credendo che si burlassero di lui, il governatore ordinò che i soldati venissero flagellati insieme a Talaleo.Ma il Santo rimaneva insensibile alle sofferenze perchè il suo amore per Dio era superiore ai tormenti del suo corpo. Cambiando tattica il Magistrato gli domandò se guariva i malati mediante l’arte della magia o per la potenza degli dei. Prendendo come testimoni coloro che erano stati da lui guariti, Talaleo rispose  che il solo Nome di Cristo e la potenza della SS.Croce potevano guarire tutte le malattie, perchè il Figlio di Dio per compassione verso la nostra fragile natura, è venuto tra noi e si è fatto uomo per liberarci dalla morte e dalla corruzione, e, nel momento della Sua ascesa al cielo, Egli ha trasmesso questa grazia ai Suoi Apostoli e ai loro successori. Constatando che il popolo ascoltava con piacere le parole del Santo, Teodoro si precipitò su di lui con furore, ma le sue braccia furono subito paralizzate. Lungi dall’essere spaventato da questo castigo, egli  ordinò di sottoporre Talaleo a terribili torture. Confortato dal Cristo presente spiritualmente presso di lui, il Santo affrontò con gioia  gli uncini di ferro e le fiamme, gridando che preferiva morire, conservando intatta la sua fede, piuttosto che rimanere in una vita fragile, a prezzo dell’ apostasìa, ritenendo suo dovere sacrificare la sua vita per Colui che ha offerto la Sua per la nostra salvezza. Alla fine il Santo venne messo in una barca e mandato in mare aperto, ma allorché Talaleo elevò la sua preghiera il mare si calmò e la barca venne trasportata sulla riva. Ripreso dai soldati, fu ricondotto ad Egea  e trascinato davant al tribunale, davanti al quale si era radunata una grande folla. I medici della città, gelosi del suo successo, spinsero il Governatore a mettere fine alla sua vita. Questi ordinò si inchiodare Talaleo a una panca, di versare sul suo corpo pece bollente e di  metterlo sul rogo. Ma Talaleo proclamò che  tutte le torture erano per lui una gioia  e un titolo di gloria. Fu allora gettato ai leoni,  ma le belve vennero verso di lui agitando la coda  con gioia, Alla fine Talaleo fu decapitato. E questa fine gloriosa  venne data anche al soldato Alessandro  e al boscaiolo Asterio, convertiti da Talaleo  durante il primo interrogatorio del Santo. Oltre a loro subirono il martirio Sterona, Filegrio, Timoteo, Teodula, Macaria e altri si converirono e testimoniarono la loro fede.

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