Fratelli miei se vogliamo raggiungere la vetta più eccelsa dell’umiltà
e arrivare più rapidamente a quella glorificazione celeste a cui si ascende attraverso l’umiliazione della vita presente, bisogna che con il nostro esercizio ascetico innalziamo la scala che apparve in sogno a Giacobbe e lungo la quale questi vide scendere e salire gli Angeli. Non c’è dubbio che per noi quella discesa e quella salita possono essere interpretati solo nel senso che con la superbia si scende e con l’umiltà si sale. La scala così eretta poi, è la nostra vita terrena che se il cuore è umile Dio solleva fino al cielo.