S.Walpurga di Heidenheim

Nata nel regno anglosassone del Wessex, figlia del re S.  Riccardo, nell’anno 710 Walpurga ebbe due fratelli santi: san Willibald di Eichstatt  e san Winibaldo. Fu allevata nell’austero monastero di Wimburn  nel Dorset  inglese. Nel 748 S.Bonifacio, l’apostolo dei Germani, richiese la sua opera ed ella andò con un gruppo di monache in Germania per organizzare il monachesimo femminile. Dopo due anni divenne badessa di un monastero femminile fondato da suo fratello S. Winibaldo che aveva fondato  a sua volta un monastero maschile  a  Heidenheim. Dopo la morte del fratello ella dovette reggere anche il monastero maschile. L’esempio del suo silenzio e della vita mortificata, era per tutti  i monaci e le monache e anche per tutto il popolo la più eloquente predicazione, che Dio confermava sovente anche con miracoli. Ella si addormentò in pace il 25 febbraio del 779

Verso il XII secolo i genitori di Valpurga furono identificati come san Riccardo d’Inghilterra, un nobile inglese del Wessex, e Wuna (o anche Wunna o Wina).

Dopo la morte, le sue spoglie furono trasferite a Eichstätt, nell’Abbazia di Santa Valpurga, per ordine del vescovo di Eichstätt Otgar il 1º maggio 870.

Secondo la leggenda, la sua tomba trasudò per qualche tempo un liquido dai poteri taumaturgici.

Nel 916 il re carolingio Carlo il Semplice fece trasferire le reliquie della santa in una cappella di Attigny servita da dodici canonici[1], che fu sottomessa all’abbazia di San Cornelio di Compiègne[2].

Dal Martirologio Romano: «Nel monastero di Heidenheim nella Franconia in Germania, santa Valburga, badessa, che, su richiesta di san Bonifacio e dei suoi fratelli i santi Villibaldo e Vinebaldo, dall’Inghilterra venne in Germania, dove resse saggiamente due monasteri, di monaci e di monache».

Secondo vecchie tradizioni germaniche le streghe, nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio, uscivano dai loro rifugi per danzare in onore della luna sul monte Brocken. Questa tradizione si sovrappose alla festa della santa, fino a divenire la “notte di Valpurga“.[3][4] La leggenda viene ripresa anche dal Goethe nel suo Faust.

Note    

  1. ^ (FRAbbé Louis Archon, Histoire de la Chapelle des rois de France, tome I, p. 257
  2. ^ (FRHistoire de Compiègne, Edition des Beffrois, 1988, p. 44.
  3. ^ La notte di Valpurga sul sito dell’ambasciata di Svezia a Roma, su swedenabroad.com. URL consultato il 25 febbraio 2012 (archiviato dall’url originale il 7 gennaio 2009).
  4. ^ La notte di Valpurga, su gianfrancofranchi.com.

Informazioni su Padre Dimitri (Fantini)

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