S.Germano vescovo di Auxerre
(Auxerre, 378 circa – Ravenna, 31 luglio 448)
Figlio di Rustico e Germanilla, il vescovo Germano, nacque ad Auxerre (dipartimento dell’Yonne, Francia); i suoi genitori erano grandi proprietari terrieri, forse di rango senatoriale. Studiò le arti liberali (che nel Medioevo erano sette e divise in due gruppi: arti del ‘trivio’ o letterarie, cioè grammatica, retorica, dialettica e arti del ‘quadrivio’ o scientifiche, cioè aritmetica, geometria, musica, astronomia); quindi studiò quelle del ‘trivio’, e poi andò a Roma per acquisire il dottorato in Diritto ed esercitare la professione di avvocato.
In seguito divenne governatore della Provincia Lionese Quarta, cui apparteneva Auxerre; il 1° maggio 418 morì il vescovo della città s. Amatore, e il clero, la nobiltà e il popolo, come si usava allora, lo scelsero per loro vescovo, pur essendo sposato; le leggi sul celibato ecclesiastico e della nomina dei vescovi da parte del papa vennero più tardi.
Germano comunque si mostrò degno della scelta operata dai suoi fedeli e dal clero; distribuì i suoi beni ai poveri, adottò uno stile di vita umile e mortificato, si comportò con la sua sposa come fosse una sorella.
La sua opera di vescovo fu importante, ammaestrò i suoi chierici e i suoi monaci; sviluppò la vita monastica in Gallia, fondò un monastero maschile sulla riva destra del fiume Yonne dedicato ai Ss. Cosma e Damiano; eresse una basilica a S. Albano martire inglese e un’altra più piccola destinata alla propria sepoltura, dedicata a S. Maurizio e compagni martiri e che in seguito sarà chiamata di S. Germano.
Fece da mediatore verso il capo degli Alani nella regione di Orléans, convincendolo a trattare, salvando così l’Armorica (gli Alani erano una popolazione caucasica, che al seguito degli Unni, penetrarono nell’Europa centrale, contribuendo alla caduta dell’impero romano); prese posizione contro l’eccessivo peso delle imposte pagate dai suoi diocesani.
Ma Germano fu impegnato anche in iniziative pastorali in Inghilterra, delegato dal papa s. Celestino I nel 429-30, contro l’eresia pelagiana ottenendo un netto successo. (Il pelagianesimo fu un movimento ereticale iniziato da Pelagio (360-422) monaco britannico, che accentuando le capacità naturali del libero arbitrio, negava la necessità della Grazia divina per il retto uso della volontà umana).
Nella Pasqua del 430, contribuì alla vittoria dei Brettoni sui Pitti e i Sassoni, facendo gridare loro un fragoroso ‘Alleluia’ che spaventò gli avversari; ritornò in Gran Bretagna una seconda volta nel 445 e certi studiosi dicono, che Germano avesse portato nella grande isola il testo delle ‘Epistole’ di s. Paolo, riprodotto dal ‘Libro di Armagh’; si dice che s. Patrizio, apostolo dell’Irlanda, vivesse ad Auxerre, già al tempo del vescovo s. Amatore e che fosse discepolo di s. Germano.
Suscitò e incoraggiò fra i Brettoni, la vocazione religiosa della giovane s. Genoveffa (patrona di Parigi). Nel 448 infine si recò alla corte imperiale di Ravenna, per perorare la causa dell’Armorica (antico nome della Bretagna) in conflitto con Ezio, vicario imperiale della Gallia, che minacciava di farla invadere dagli Alani.
E durante quest’ultima missione, Germano morì a Ravenna il 31 luglio 448, fra il compianto generale, specie dell’imperatrice madre Galla Placidia e dei vescovi presenti, in particolare di s. Pier Crisologo, vescovo di Ravenna.
Il suo corpo fu imbalsamato, deposto in una cassa di cipresso e riportato ad Auxerre, come da suo desiderio. Il trasporto fu organizzato dalla corte imperiale per mezzo di squadre di soldati; viaggio difficoltoso per un vivo, visto la distanza e la viabilità di allora, figuriamoci per una bara, che ad ogni modo fu venerata al suo passaggio, dalle popolazioni locali.
Il corteo entrò ad Auxerre il 22 settembre 448 e dopo otto giorni di esposizione solenne nella cattedrale, la salma venne inumata il 1° ottobre nella basilica da lui fatta costruire.
Il culto fu immediato non solo ad Auxerre, dove fu il primo santo locale, ma anche in tutta la Gallia, soprattutto presso i re franchi; la festa fu fissata al 31 luglio e la sua tomba divenne meta di pellegrinaggio.
Ancora vivo gli si attribuivano numerosi miracoli; a questo proposito si racconta che quando il corteo funebre, arrivato a Vercelli entrò nella locale cattedrale, le candele che erano spente si accesero da sole tutte insieme, illuminando il tempio dalle prime ombre serali.
Alla sua intercessione, si rivolsero re e regine di Francia in tutti i secoli successivi. Accanto a lui riposano altri cinque vescovi di Auxerre, fra cui s. Gregorio. Parte delle reliquie furono distrutte nel 1567 durante il sacco di Auxerre, operato dagli Ugonotti (denominazione dei protestanti francesi, ispirati al calvinismo ginevrino, responsabili delle Guerre di religione, che insanguinarono la Francia, nella seconda metà del secolo XVI).
Più di 120 Comuni francesi portano il nome di Saint-Germain, anche se non tutti sono riconducibili a lui, perché vi sono altri santi francesi con il medesimo nome.
Autore: Antonio Borrelli
Dall’Enciclopedia “Santi e Beati